Patrizio anconetano, nel 1644 fu nominato Lettore primario di filosofia nello Studio di Pisa. Fu uno dei soggetti più presenti e attivi dell'Accademia del Cimento, proponendo numerose esperienze. Fu personalità ambigua, tentata dalle novità filosofico-scientifiche del galileismo e, tuttavia, ancora immersa nella mentalità e nei pregiudizi dell'aristotelismo. Durante i lavori accademici si trovò spesso in netta contrapposizione con Giovanni Alfonso Borelli (1608-1679). Eseguì osservazioni astronomiche con lo gnomone di Toscanelli nella Basilica di Santa Maria del Fiore di Firenze. Fu, inoltre, precettore del Principe Cosimo III (1642-1723). Nel 1667 passò alla cattedra di filosofia dell'Università di Padova. Pubblicò numerose opere, tra le quali sono da ricordare l'Ars analytica mathematicum (Firenze-Padova, 1665-1669), il De resolutione et compositione mathematica (Padova, 1668) e Philosophia rationalis, naturalis atque moralis (Padova, 1681).