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Approfondimento
Decorazioni dei vetri del Cimento

Le fornaci granducali, a cominciare dalla fine del Cinquecento, e, in particolare tra 1628 e 1670, produssero vetri di estrema complessità e di grande bellezza. Gli artisti che progettarono e disegnarono questi delicatissimi oggetti dalla forma bizzarra e scherzosa e dalla complessa struttura a "trionfo" tennero conto anche delle ricerche e degli esperimenti dell'Accademia del Cimento e fecero tesoro dei principi scientifici che si dibattevano all'epoca. D'altro canto, gli stessi scienziati usarono come contenitori e "attrezzi" da esperienza vasi, coppe e bicchieri, oggetti d'uso trasformati così in materiale scientifico. Inoltre, gli abili soffiatori al servizio del Granduca, i "Gonfia", applicarono gli schemi stilistici e di "gusto" barocchi tipici dell'epoca anche nella esecuzione di veri e propri strumenti scientifici.

Prodotti dagli stessi "gonfia", gli strumenti scientifici ideati e impiegati dagli accademici del Cimento mostrano disegni e tipologie caratteristici dell'epoca. Il disegno costruttivo, anche se finalizzato alle esperienze da compiere, ricalca modelli tipici della vetreria secentesca. I vetri presentano diverse tipologie di decorazione:

Bugne

Gocce di vetro applicate ad un corpo vitreo, solitamente un bicchiere o una coppa, come decorazione.

Decorazione morise

Decorazione particolare applicata utilizzando un cordoncino di vetro ancora allo stato plastico che viene lavorato alla pinza.

 

Filigrana o vetro a fili

Decorazione ottenuta con inclusione di canne vitree opache bianche o colorate. Spesso il vetro opaco usato è il lattimo.

Motivo a serpente

Motivo decorativo a spirali e volute che lo rendono simile ad un serpente. Applicato allo stelo dei bicchieri, viene realizzato manipolando bacchette di vetro bianco e colorato. Spesso le bacchette venivano ulteriormente ornate con una decorazione alla pinza.

Trionfo da tavola

Particolare produzione vetraria soprattutto usata per il vasellame da tavola della corte medicea. Questi tipo di lavorazione raggiunse l'apice tra il 1621 e il 1670, sotto il Granduca di Toscana Ferdinando II (1610-1670).