Architetto e scultore nato a Pontedera, non lontano da Pisa, noto anche come Andrea da Pontedera. Formatosi probabilmente in una bottega di orafo, lavorò dal 1330 al 1336 alla Porta Sud del Battistero di Firenze. Alla morte di Giotto (1337) fu nominato capomastro dell'Opera del Duomo di Firenze, proseguendo la costruzione del Campanile, senza poterla tuttavia portare a termine, essendo caduto in disgrazia dopo la cacciata da Firenze del duca d'Atene (1342). Trasferitosi a Pisa, vi avviò una fiorente bottega di scultura. Nel 1347 gli fu conferita la carica di capomastro del Duomo di Orvieto, ereditata poi dal figlio Nino.