Museo Galileo
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Nella sua opera sulle macchie solari del 1613, Galileo riferisce il metodo ideato da Benedetto Castelli per osservare col cannocchiale e disegnare, senza danni per la vista, le macchie che aveva scoperto sulla superficie solare.

Galileo oscura la stanza e punta il cannocchiale verso il Sole, collocando, a circa 1 metro dall'oculare, un foglio di carta bianca. In tal modo il disco solare viene proiettato sul foglio. Per osservare le macchie solari con maggiore contrasto, Galileo dispone uno schermo oscurante intorno al foglio. A questo punto traccia col compasso un cerchio sopra il foglio e accostando o allontanando il foglio, trova la posizione nella quale l'immagine del Sole corrisponde perfettamente al cerchio. Registra quindi sul foglio le macchie. Siccome il Sole si muove, occorre muovere costantemente l'apparato per mantenere l'immagine dell'astro nel cerchio.

Le macchie proiettate sul foglio dal cannocchiale risultano invertite e rovesciate rispetto alla visione diretta. Per ottenere l'immagine reale è pertanto necessario girare e ribaltare il foglio.

Oggetti
Cannocchiale di Galileo

Cannocchiale di Galileo

Inv. 2427
Galileo Galilei, Fattura italiana, ca. 1610

Cannocchiale di Galileo

Cannocchiale di Galileo

Inv. 2428
Galileo Galilei, Fattura italiana, fine 1609 - inizio 1610