Nel Sette e nell'Ottocento nei gabinetti di fisica e nei laboratori didattici si utilizzavano diversi strumenti per illustrare i cosiddetti "paradossi". Questi apparecchi, infatti, consentivano di sperimentare effetti apparentemente contrari al senso comune e, dunque, stupefacenti. Stimolando una più approfondita osservazione e riflessione, la stupefazione era rimossa e veniva dimostrato come questi fenomeni fossero perfettamente coerenti con le leggi della fisica.
Il paradosso meccanico più conosciuto e popolare si compone di un doppio cono, formato unendo due coni eguali per le loro basi, che poggia su una coppia di binari in pendenza e divaricati.
Se il doppio cono viene posto sulla parte più bassa dei binari, esso inizia spontaneamente a risalire verso l'alto.
La spiegazione di questo apparente paradosso si ottiene evidenziando la proprietà del baricentro dei gravi, che scende naturalmente verso il basso. In effetti, poiché i binari sono divaricati, il centro di gravità del doppio cono, posizionato sull'asse di rotazione in corrispondenza del diametro massimo, non sale quando l'intero corpo sembra procedere verso l'alto, ma viceversa scende.
Inv. 3387
Costruttore sconosciuto, seconda metà sec. XVIII