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Approfondimento
Bolle e imperfezioni dei vetri ottici
Bolle e imperfezioni dei vetri ottici

I vetri adoperati per la realizzazione di elementi ottici (lenti, specchi, prismi, ecc.), oltre a particolari e ben definite caratteristiche ottiche e meccaniche, devono essere omogenei ed esenti da difetti. Gli sbozzi non debbono presentare tensioni interne le quali possono provocare irreparabili rotture del pezzo finito. Per gli elementi rifrangenti (lenti e prismi) è poi particolarmente importante che al loro interno non siano presenti bolle, dovute alla presenza di gas intrappolato nella massa vetrosa durante il raffreddamento, o inclusioni di altro genere. Le lenti dei primi telescopi, per la fabbricazione delle quali si adoperava il comune vetro dell'epoca, presentavano spesso al loro interno, in misura anche notevole, bolle, inclusioni e disomogeneità. Fu solo a partire dalla fine del XVIII secolo, ad opera principalmente dello svizzero Pierre Louis Guinand (1748-1824), che si poté disporre di dischi di flint (il vetro ad alto indice di rifrazione adoperato per la realizzazione dell'elemento divergente negli obiettivi acromatici) sufficientemente grandi, omogenei e privi di imperfezioni.