Espulsione spontanea o estrazione del feto e dei suoi annessi dall'organismo materno. Il parto è un evento complesso in cui un corpo mobile, il feto, passa attraverso un canale, il canale pelvico o canale del parto, sotto la spinta di una forza rappresentata dalle contrazioni uterine. In tal senso, l'evoluzione di un parto dipende dalle caratteristiche anatomiche del canale del parto, dal modo in cui il feto si presenta all'ingresso del canale del parto nonché dalle dimensioni del feto stesso e dall'efficacia delle contrazioni. Le fasi attraverso cui avviene il parto sono definite: periodo prodromico, periodo dilatante, periodo espulsivo e periodo del secondamento.
Definisce l'estrazione chirurgica del feto attraverso un'apertura praticata nell'utero attraverso l'addome. Il parto cesareo è indicato quando il parto non può avvenire o è rischioso che avvenga per via vaginale. Tali situazioni riguardano i casi di placenta previa o di distacco della placenta, di presentazione podalica, di sproporzione tra la testa del feto e la pelvi della madre e in generale quando si verifica una sofferenza durante il travaglio. Prima dell'avvento dell'anestesia (1850-1860) questo tipo di intervento veniva praticato raramente su madre viva e, quando lo era, provocava un'elevatissima mortalità, dovuta principalmente alle emorragie secondarie dalla ferita uterina e alla peritonite settica. Edoardo Porro (1842-1902) introdusse nel 1876 la tecnica del taglio cesareo demolitore, cioè l'amputazione del collo dell'utero dopo l'estrazione del feto, che diminuì notevolmente la mortalità. Oggi l'utero viene conservato e la terapia antibiotica ha ridotto la mortalità allo 0,1%, rendendo il parto cesareo preferibile a qualsiasi manovra strumentale.