Questo apparato sperimentale permette di illustrare diverse proprietà del pendolo e della caduta dei gravi scoperte da Galileo e illustrate nelle sue opere.
Su un anello di legno, fissato a una grossa base triangolare, è posizionata una barra verticale che rappresenta il diametro del cerchio. Sulla barra è inserito un piolo di ottone al quale è possibile assicurare un pendolo composto da un filo a piombo lungo quanto il raggio del cerchio. Lasciando oscillare il pendolo, si osserva che esso risale alla stessa altezza dalla quale è partito. Alcuni fori, lungo la barra verticale, permettono di inserirvi dei pioli. I pioli, incontrando il pendolo in oscillazione, ne riducono la lunghezza. Il pendolo, che viene così interrotto, risale tuttavia sempre all'altezza dalla quale è partito.
Nell'apparecchio si osservano anche due canaletti di ottone sull'anello di legno. Grazie ad appositi perni e ganasce, i canaletti possono essere posizionati in modo da rappresentare due corde a piacere del cerchio. Rilasciando simultaneamente due sferette uguali lungo i canaletti, si osserva che esse li percorrono sempre nel medesimo tempo. Questo tempo è uguale a quello impiegato dalla sferetta per scendere lungo il diametro verticale.
Lasciamo cadere ancora una sferetta dal vertice della barra. Per determinare quale sia l'accelerazione di discesa della sferetta, si utilizza un'asta verticale lunga quattro volte il diametro del cerchio. La sfera viene lasciata cadere dalla sommità dell'asta, contemporaneamente al rilascio del pendolo. Si osserva che nel tempo in cui il pendolo compie una mezza oscillazione, la sfera scende lungo uno spazio uguale al diametro del cerchio. La simmetria tra i due moti cambia però durante la seconda semioscillazione del pendolo: il pendolo risale infatti all'altezza di partenza, impiegando lo stesso tempo della prima semioscillazione, mentre il grave, per via dell'accelerazione, scende per uno spazio tre volte maggiore. In questo modo viene confermata sperimentalmente la legge galileiana del moto uniformemente accelerato, secondo la quale gli spazi percorsi in tempi uguali dalla quiete stanno tra loro come i numeri dispari dall'unità.
Inv. 982
Costruttore sconosciuto, seconda metà sec. XVIII