Museo Galileo
english
Museo Virtuale
Multimediale
Eudiometria
Video   Testo

 

Fino agli anni '70 del Settecento la purezza dell'aria veniva saggiata facendo ricorso al barometro, oppure esaminando quanto a lungo sopravvivevano gli animali rinchiusi in recipienti di vetro.

Nel 1772 il teologo e filosofo naturale inglese Joseph Priestley descrisse la proprietà dell'aria nitrosa di ridurre notevolmente la quantità di aria comune con cui veniva mescolata, producendo un'effervescenza accompagnata da vapore e calore.

Poiché la reazione provocava la scomparsa di una parte dell'aria atmosferica, detta aria deflogisticata, Priestley propose di utilizzarla per misurare la respirabilità di arie più o meno viziate: maggiore risultava la contrazione volumetrica, proporzionale all'assorbimento di aria atmosferica, migliore doveva essere la qualità iniziale dell'aria.

Nel 1774 Priestley, decomponendo con il calore l'ossido rosso di mercurio, individuò un nuovo gas, l'ossigeno, in grado di mantenere la combustione in maniera vivace. Applicando il test dell'aria nitrosa al nuovo gas, ottenne una contrazione volumetrica ancora maggiore di quella ottenuta con l'aria atmosferica. Priestley era, dunque, adesso in grado di calcolare la quantità di aria pura contenuta in campione di aria dato.

Partendo da queste ricerche, nel 1775 Marsilio Landriani costruì un sofisticato strumento, che chiamò eudiometro, per misurare i diversi gradi di salubrità dell'aria. Nello stesso periodo Felice Fontana costruì uno strumento analogo e, verso il 1777, Alessandro Volta propose eudiometri più semplici e precisi. Anche Antoine-Laurent Lavoisier si interessò ai metodi per misurare la salubrità dell'aria. Nell'Ottocento l'eudiometria acquisì anche una valenza sociale.

Oggetti
Eudiometro

Eudiometro

Inv. 1371
costruttore sconosciuto, 1776

Eudiometro

Eudiometro

Inv. 930/a
George Adams junior, Londra, fine sec. XVIII

Eudiometro

Eudiometro

Inv. 930/b
Benjamin Martin, Londra, ca. 1780