Lorenzo della Volpaia fu il capostipite di una dinastia di artefici attivi fra Firenze e Venezia fino alla fine del Cinquecento. Essi godettero di notevole reputazione come orologiai e costruttori di strumenti scientifici. Lorenzo fu in relazione con Leonardo da Vinci, del quale menziona il contatore d'acqua costruito per Bernardo Rucellai.
L'impresa più straordinaria di Lorenzo fu l'orologio dei pianeti, del quale costruì due diverse versioni. La seconda, completata nel 1510, fu collocata nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio. L'orologio era già scomparso alla fine del Cinquecento. Negli orologi planetari la misura diretta del tempo è secondaria rispetto alla finalità di visualizzare la posizione dei corpi celesti nei confronti della Terra, in modo da determinare con esattezza gli influssi astrologici. La costruzione di questo tipo di orologi richiedeva approfondite nozioni astronomiche, calcoli accurati e perizia nelle lavorazioni meccaniche.
I Taccuini dei della Volpaia contengono le informazioni necessarie per la ricostruzione del perduto orologio di Lorenzo, che è stata realizzata nel 1994 dal Museo di Storia della Scienza di Firenze. L'orologio presenta un quadrante finemente miniato con un cerchio orario fisso, dotato di Zodiaco, e un disco minore che ruota in senso orario, nel quale sono praticate sei aperture, dentro le quali ruotano in senso antiorario i cinque pianeti allora conosciuti: Saturno, Giove, Venere, Marte e Mercurio. Nella sesta apertura è posto il Drago, che indica i nodi e le eclissi lunari. Al centro, due dischi sovrapposti mostrano le fasi e le età della Luna e l'indice del Sole. I rotismi del quadrante, di una complessità senza precedenti, sono disposti verticalmente su piani paralleli. L'orologio è corredato da due globi, celeste e terrestre, oltre che da una sofisticata suoneria. Un unico motore a peso è responsabile dell'incredibile varietà di movimenti dell'orologio.
Inv. 3817
Lorenzo della Volpaia, 1510 / Replica (Firenze, 1994)