Numerosissime furono le scale termometriche proposte per determinare quantitativamente le diverse temperature tra punti fissi estremi, solitamente individuati nelle temperature di congelamento e di ebollizione dell'acqua. Sono state storicamente concepite parecchie scale termometriche diverse, molte delle quali da tempo abbandonate. Fra le scale che hanno avuto maggiore diffusione vanno ricordate:
Prende il nome dallo scienziato svedese Anders Celsius (1701-1744) ed è diventata il sistema di riferimento internazionale. In questa scala di tipo "centesimale" viene assegnato convenzionalmente il valore 0 alla temperatura del ghiaccio fondente, e il valore 100 alla temperatura dell'acqua bollente, entrambe alla pressione atmosferica sul livello del mare. Si ha quindi una divisione in 100 parti uguali, ciascuna delle quali rappresenta un grado centigrado o grado Celsius (simbolo °C).
Prende il nome dallo scienziato Daniel Gabriel Fahrenheit (1686-1736). In questa scala, largamente impiegata nei paesi anglosassoni, alla temperatura del ghiaccio viene assegnato il valore 32, mentre a quella di ebollizione il valore 212, entrambe alla pressione atmosferica sul livello del mare. Si ha quindi una divisione in 180 parti uguali, ciascuna delle quali rappresenta un grado Fahrenheit (simbolo °F).
Prende il nome dallo scienziato francese René-Antoine Ferchault de Réaumur (1683-1757). Questa scala assegna il valore 0 alla temperatura del ghiaccio fondente, e 80 alla temperatura di ebollizione dell'acqua, entrambe alla pressione atmosferica sul livello del mare. Si ha quindi una divisione in 80 parti uguali, ciascuna delle quali rappresenta un grado Réaumur (simbolo °R).
Questa scala viene determinata in base a considerazioni termodinamiche in gradi detti Kelvin dallo scienziato britannico Lord Kelvin (1824-1907), autore di ricerche di termodinamica straordinariamente innovative. 0 gradi Kelvin rappresentano il limite inferiore delle temperature possibili corrispondente a -273,16 gradi della scala centigrada.