Uno dei più grandi matematici e sommo inventore dell'antichità. Nato a Siracusa, si trasferì da giovane ad Alessandria, dove, attratti dal Museo e dalla Biblioteca, erano attivi studiosi di grande qualità con i quali entrò proficuamente in contatto. Tornato più tardi a Siracusa, vi trascorse il resto della vita, fino al 212 a.C., quando, nel corso della seconda guerra punica, fu ucciso da un soldato romano.
Vasto è il contributo di Archimede alla geometria e alla meccanica. Studiò le curve, le figure e i solidi geometrici e quelli generati dalla rotazione di parabole, ellissi e iperbole.
Nello studio del comportamento dei centri di gravità nelle figure di geometria piana e nei solidi e nell'innovativo approccio nei confronti della teoria della leva, giunse a risultati straordinari che gli valsero per molti secoli l'ammirazione dei matematici più illustri. Archimede è inoltre considerato il fondatore dell'idrostatica, disciplina della quale, per primo, stabilì alcune leggi fondamentali, come il cosiddetto "principio di Archimede", per cui un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso pari al peso del liquido spostato.
Infine, lo scienziato siracusano è stato celebrato, sin dall'antichità, per l'ideazione di dispositivi meccanici di straordinaria efficacia: la manus ferrea, un congegno col quale era possibile rovesciare le navi nemiche dopo averle sollevate grazie ad un artiglio collegato ad una gru, gli specchi ustori, un modello funzionante dell'universo, un orologio ad acqua, la vite e l'organo idraulico, e, infine, una combinazione di macchine per tirare in secca, con la forza di un solo uomo, una grande e pesante nave.