Questi due strumenti, provenienti dalle collezioni lorenesi, sono formati da tre scomparti di legno verniciato, separati da due sottili lamine di ottone e uniti grazie ad un telaio di ferro rettangolare munito di due viti a farfalla. Ogni compartimento reca un foro laterale otturato da un tappo di legno. Uno di essi è munito di lamine di rame ripiegate sulle pareti dei due scomparti esterni e di due lamine di contatto sporgenti sulle viti a farfalla. Leopoldo Nobili chiamò questo apparecchio, per la sua forma, "strettoio". Gli scomparti sono separati da sottili lamine metalliche, ad esempio di ottone, e potevano essere riempiti con varie soluzioni per studiare, ad esempio, il passaggio della corrente attraverso sostanze di natura diversa. Utilizzando invece delle membrane organiche, Nobili studiò vari fenomeni relativi alla scomposizione degli elettroliti.