Museo Galileo
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Museo Virtuale
Sezione di Sala VII
 Iconografia e reperti galileiani

I reperti esposti al Museo Galileo costituiscono un esempio caratteristico della celebrazione di Galileo come eroe e martire della scienza. Tre dita e un dente vennero prelevati dai resti mortali di Galileo il 12 marzo 1737, in occasione della traslazione della salma del Pisano dalla originaria sepoltura al sepolcro monumentale fatto erigere nella Basilica di S. Croce, a Firenze, per iniziativa di Vincenzo Viviani (1622-1703), l'affezionato ultimo discepolo di Galileo. L'erezione del sepolcro e la traslazione dei resti rappresentava una manifestazione eloquente della ferma volontà dell'ultimo dei Medici, il Granduca Gian Gastone (1671-1737), di rivendicare l'autonomia dello Stato nei confronti delle ingerenze ecclesiastiche.

Nella sala dedicata allo scienziato pisano vi sono inoltre alcuni esempi della sua celebrazione attraverso l'arte: il busto realizzato dallo scultore Carlo Marcellini, due dipinti ad olio - uno di Tito Lessi e l'altro di Annibale Gatti - e una medaglia attribuita a Giovanni Battista Foggini.

Oggetti
Busto di Galileo

Busto di Galileo

Inv. 3902
Carlo Marcellini, 1674-1677

Dito medio della mano destra di Galileo

Dito medio della mano destra di Galileo

Inv. 2432
Autore sconosciuto, teca e incisione: ca. 1737

Galileo e Milton

Galileo e Milton

Inv. 3682
Annibale Gatti, seconda metà sec. XIX

Galileo e Viviani

Galileo e Viviani

Concessione INAF-Arcetri
Tito Lessi, 1892