Se i più antichi cannocchiali furono fabbricati in Olanda negli anni iniziali del Seicento, Galileo fu il primo a intuirne il potenziale astronomico. Lo strumento era dotato di due lenti: una obbiettiva piano-convessa e una oculare piano-concava. Galileo introdusse notevoli perfezionamenti, grazie ai quali superò i venti ingrandimenti. Concepì inoltre accessori che trasformarono il telescopio da strumento di osservazione in dispositivo di misurazione dei fenomeni celesti. Galileo riuscì così a tabulare i periodi dei satelliti di Giove, registrandoli su quello straordinario computer analogico che è il giovilabio. Grazie a questo strumento, integrato dall'orologio, che dotò di un rivoluzionario scappamento a pendolo, Galileo confidava di risolvere il drammatico problema della determinazione della longitudine in mare.
Inv. 2433
Autore sconosciuto, sec. XIX (copia)
Inv. 2428
Galileo Galilei, Fattura italiana, fine 1609 - inizio 1610
Inv. 2427
Galileo Galilei, Fattura italiana, ca. 1610
Firenze, Museo Galileo, MED 1190
Galileo Galilei, Firenze, originale 1632 / facsimile 2010
Inv. 3178
Costruttore sconosciuto, seconda metà sec. XVII
Inv. 2429
Vittorio Crosten (cornice), lente: fine 1609 - inizio 1610 / cornice: 1677
Inv. 2085
Eustachio Porcellotti, Firenze, 1877
Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Post. 110
Galileo Galilei, Padova, originale 1610 / facsimile 2010