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Approfondimento
Areometro
Aerometro

Denominato anche gravimetro o densimetro, l'areometro è utilizzato per misurare il peso specifico dei liquidi. Gli areometri sono dei galleggianti che vengono immersi nel liquido in esame. Il peso specifico può essere determinato sia leggendo la porzione emergente dal liquido della scala che sovrasta il galleggiante, sia in funzione dei pesi che contribuiscono a far galleggiare l'areometro ad un livello definito da una tacca di riferimento.

La più antica descrizione dell'areometro si trova in una lettera che Sinesio di Cirene scrisse verso il 400 alla sua maestra Ipazia (370-415), celebre scienziata di Alessandria, figlia del matematico neoplatonico Teone (IV sec.). In passato l'invenzione dell'areometro è stata attribuita ad Archimede (287-212 a.C.) o alla stessa Ipazia. Nel 1612, lo strumento fu descritto da Galileo (1564-1642) in una lettera al Nozzolini e, nel 1648, anche Raffaello Magiotti (1597-1656) ne trasmise una descrizione a Don Lorenzo de' Medici. Gli areometri presentano forme varie a seconda dell'epoca di costruzione. Quelli spesso utilizzati dagli accademici del Cimento erano di vetro con cannello graduato, con piattini o cestelli appesi a fili e catenelle, oppure a sfera. Altri tipi di areometro sono corredati di piccoli anelli da aggiungere o togliere a seconda del liquido nel quale si immerge lo strumento.

Nella seconda metà del Settecento e nell'Ottocento furono ideati e brevettati vari tipi di areometri perfezionati che trovarono vastissima applicazione nelle industrie e nelle manifatture per determinare in modo rapido ed efficace il peso specifico e la concentrazione di liquidi in soluzioni diverse. Fra i più famosi ricordiamo quelli dovuti a Antoine Baumé (1728-1804) e a William Nicholson (1753-1815).