A partire dal 1776, Alessandro Volta eseguì una serie di esperimenti con un singolare strumento, che denominò pistola "elettrico-flogopneumatica". L'esperimento consisteva nel far esplodere, tramite una scintilla elettrica, metano o una miscela di idrogeno e aria comune all'interno dello strumento. La detonazione provocava la violenta espulsione del tappo che serrava la canna.
Verso la fine del Settecento, i costruttori inglesi Edward Nairne e Thomas Blunt realizzarono un elegante modello della pistola, che presenta l'impugnatura di mogano e la canna di ottone con due rubinetti. Un pistone di ottone terminante con un disco è infilato nella bocca della canna. Un incavo ovale sulla canna indica la posizione della sfera (oggi mancante) dell'elettrodo che forma lo spinterogeno all'interno della canna.
La pistola era riempita parzialmente di idrogeno tramite una sacca di gomma. Il gas veniva fatto esplodere dalla scintilla di una bottiglia di Leida. La forza esplosiva del gas veniva misurata dal movimento del pistone.
Le esperienze con la pistola elettrica rimasero essenzialmente delle curiosità scientifiche, ma da esse derivarono la lampada a idrogeno e l'eudiometro.
Eugenio Barsanti ebbe l'intuizione che lo portò alla prima concezione del motore a scoppio a combustione interna, sviluppando il principio della trasformazione dell'energia esplosiva di un gas in lavoro meccanico, proprio mentre effettuava a Volterra con i suoi allievi esperienze sulla pistola di Volta.
Inv. 1244
Ditta Nairne & Blunt, Londra, 1778-1793
Inv. 897
Costruttore sconosciuto, ca. 1780
Inv. 898
Costruttore sconosciuto, ca. 1780