Piccolo elettrometro a pagliuzze del tipo proposto da Alessandro Volta verso il 1787. Lo strumento presenta due pagliuzze in contatto con un conduttore terminante nella parte superiore con un gancio di ottone al posto della consueta sfera. Una boccetta di vetro racchiude la parte inferiore del conduttore e le pagliuzze, isolandole così dalle correnti d'aria che potrebbero alterarne il movimento. Se il conduttore non è carico, le foglie, per gravità, si allineano verticalmente.Se invece si tocca il gancio superiore con un corpo dotato di carica elettrica, una parte di questa carica si diffonde in tutto il conduttore. Di conseguenza, le foglie si caricano dello stesso segno e si respingono, formando un angolo proporzionale alla carica elettrica. Il fenomeno si basa su una delle proprietà fondamentali dell'elettrostatica: corpi dotati di carica elettrica dello stesso segno si respingono, mentre quelli di segno diverso si attraggono. Due fogli di stagnola per la messa a terra sono in contatto con la base di ottone, l'interno della quale è ricoperto con stagnola.
Date le dimensioni ridotte, lo strumento, facilmente trasportabile, era usato per le osservazioni all'aperto sull'elettricità atmosferica.
Nonostante questo apparecchio sia qualificato come "elettrometro", secondo gli standard moderni sarebbe più esatto definirlo "elettroscopio", non essendo molto accurato e non fornendo misure in unità assolute. Lo strumento proviene dalle collezioni lorenesi.