Copia dello strumento per misurare il caldo e il freddo ideato da Galileo durante il periodo padovano. Vincenzo Viviani, nella Vita di Galileo, afferma che il termoscopio fu messo a punto dal Pisano nel 1597. La sua testimonianza è confermata da Benedetto Castelli nella lettera del 20 settembre 1638 indirizzata a Ferdinando Cesarini, nella quale descrive l'uso dello strumento. Il termoscopio è costituito da una caraffa di vetro della grandezza di un uovo con un lungo collo. Questa caraffa viene riscaldata con le mani e immersa parzialmente, in posizione rovesciata, in un recipiente pieno d'acqua. Quando veniva sottratto alla caraffa il calore delle mani, si osservava che l'acqua saliva nel collo. L'esperienza evidenziava le variazioni della densità dell'aria prodotte dalle variazioni di temperatura. Uno strumento analogo era stato costruito a Venezia dal Santorio nel 1612.