L'igrometro a condensazione fu probabilmente inventato dal Granduca Ferdinando II de' Medici. Gli accademici del Cimento ne costruirono numerosi esemplari di foggia, funzionamento e materiali diversi. Il tronco di cono nella parte inferiore veniva rivestito internamente di vetro, così da essere reso impermeabile, e riempito "di neve o di ghiaccio minutissimamente tritato". L'umidità presente nell'aria, a contatto del vetro ghiacciato, condensava, provocando la formazione di gocce d'acqua che scendevano verso la punta del cono raccogliendosi nel sottostante bicchiere graduato. Maggiore era l'umidità atmosferica, più intenso risultava il fenomeno della condensazione. La quantità d'acqua raccolta nel bicchiere in un tempo dato ne forniva quindi una misura relativa. Questo strumento di grandi dimensioni è una copia corrispondente in ogni particolare al disegno riportato nei Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Cimento (Firenze, 1667).
Il bicchiere risale al XVII secolo. Presenta un corpo cilindrico con orlo svasato che imposta su piede a disco e poggia su un piccolo gambo con nodo ad anello. La sua morfologia deriva dal tipo veneto dei reliquiari raffigurato nei codici della Bichierografia (1604) di Giovanni Maggi.