Museo Galileo
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Museo Virtuale
Tubo per l'aurora elettrica
    • Collocazione:
      Sala XI
    • Costruttore:
      sconosciuto
    • Data:
      fine sec. XVIII
    • Materiali:
      mogano, vetro, ottone
    • Dimensioni:
      altezza complessiva 580 mm
    • Inventario:
      1203
    • Tubo per l'aurora elettrica (Inv. 1203)

Questo tubo, proveniente dalle collezioni lorenesi, era utilizzato per simulare il fenomeno dell'aurora boreale.

Il tubo è retto da un sostegno, anch'esso in vetro, con una base tornita di mogano, zavorrata da un anello di piombo per garantire stabilità allo strumento. Una punta di ottone fuoriesce ad angolo retto dal collare di ottone superiore, mentre un elettrodo a sfera è unito a quello inferiore. Internamente si trovano altri due elettrodi, uno a punta (in alto) e uno a sfera (in basso).

Utilizzando una pompa pneumatica, si produce all'interno dello strumento un vuoto parziale. Poi si strofina il vetro con una panno o si toccano gli elettrodi con il conduttore di una macchina elettrostatica. Per effetto dell'elettrizzazione, l'interno del tubo diventa luminoso, manifestando bagliori molto simili a quelli dall'aurora boreale.

William Henley utilizzò uno strumento simile per mostrare la luminescenza prodotta dalle scariche positive o negative, che confermava, a suo avviso, la teoria di Benjamin Franklin dell'esistenza di un solo fluido elettrico. Nel 1780 Filippo Lucci raffigurò nello Stanzino delle Matematiche degli Uffizi un dispositivo analogo, segno evidente dell'interesse che tali dimostrazioni suscitavano alla fine del Settecento.

Provenienza
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Funzionamento
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