Brillante allievo del matematico Paolo Ruffini (1765-1822), ottenne nel 1807 il diploma di ingegnere-architetto presso l'Università di Bologna. Nel 1810 fu nominato professore di geometria e algebra nel Liceo di Modena, sua città natale. Cinque anni dopo, nel 1815, passò alla Facoltà di Filosofia di Modena dove insegnò geometria, algebra e trigonometria sferica. A partire dal 1825, si dedicò alla costruzione di strumenti ottici. Nel 1831 venne chiamato dal Granduca di Toscana Leopoldo II (1797-1870) a dirigere l'osservatorio astronomico del Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze. Conservò tale responsabilità sino al 1859, quando, per la sua età avanzata, il governo toscano gli affidò l'incarico delle osservazioni microscopiche del Museo fiorentino, nominandolo anche professore onorario di astronomia. L'opera scientifica di Amici si sviluppò in diverse direzioni (ottica, astronomia, scienze naturali) lasciando in tutte un'impronta significativa. Realizzò sistemi ottici di altissima qualità e di potenza superiore a quella allora normale. Dal suo libro dei conti, apprendiamo che costruì circa 300 microscopi; ma produsse anche eccellenti telescopi, micrometri, camere lucide e altri apparecchi.