Compasso a forma di pugnale per operazioni geometriche, topografiche e militari. Le operazioni di questo compasso sono descritte in un manoscritto appartenuto a Bartolomeo Ammannati e, successivamente, a Vincenzo Viviani. La lama del pugnale è formata da due parti che si aprono come le gambe di un compasso. Nel pomo dell'impugnatura era collocata una bussola con orologio solare, ora mancante, mentre all'interno delle lame si trovano due asticelle graduate, una delle quali pieghevole, che servono a compiere misure in palmi e braccia fiorentine, e ad usare il compasso come un archipenzolo. Nella guaina si trovava anche una squadra che permetteva di applicare lo strumento alla misura delle verticali, delle pendenze, delle distanze, delle altezze e delle profondità. In artiglieria il pugnale veniva usato per livellare i cannoni, e per misurare i calibri e il peso dei proiettili. Ancora ad uso militare era destinato un cerchio goniometrico diviso in otto settori di 45° che, applicato all'impugnatura, consentiva di rilevare le fortezze e disegnarne la pianta. Lo strumento faceva parte dalla collezione personale di Vincenzo Viviani.